Porta Patrizia

Nella sua denominazione c’è la memoria dell’antico castello, Monte Patrizio. Si tratta dell’accesso posto a ponente, detta anche Porta a capite, dove giungevano le strade da Ascoli, la montagna e le terre farfensi. È sormontata da un’epigrafe del 1649 che onora il grande concittadino Sisto V, definendolo figlio e padre nello stesso tempo.

Sovrastata dall’imponente torrione ha vissuto per secoli le vicende della comunità. Respinse nel 1380 l’attacco dei mercenari della Compagnia Bianca di Giovanni Acuto e del Conte Lando, per poi inchinarsi allo Sforza e al Duca di Urbino.

A Porta Patrizia arrivava il Mastro della Giustizia, il boia, per le esecuzioni capitali con il seguito della sua guardia e da qui uscì Mons. Paolo Emilio Giovannini, primo vescovo di Montalto, al seguito di due suoi nipoti per essere sequestrato, con la loro complicità, dai banditi a cui dovette versare un riscatto per la sua liberazione di 2000 scudi.

Ma a Porta Patrizia giungevano anche i mercanti, i pellegrini, i vagabondi, con le loro notizie del mondo. Stazionavano i notai a servizio di quanti dovevano stipulare un atto legale; una compravendita, un affitto, un contratto matrimoniale, un lascito testamentario. L’occasione era propizia per discutere con pareri contrastanti sugli eventi del mondo la cui eco giungeva su piedi impolverati o a dorso di mulo. All’ombra della Porta Patrizia si sfidavano le intelligenze e le imperizie, l’astuzia e la dabbenaggine come narra l’episodio della solenne scommessa, sancita da un atto notarile, il 26 aprile 1555 tra il mastro calzolaio Bitto di Rigo, coraggioso ma imprudente, e ser Giulio Sclara, notaio esperto e avveduto. La posta in palio era notevole: si puntava sul vincitore tra l’imperatore Carlo di Spagna e papa Clemente che assediavano Siena difesa dai francesi di re Enrico. Bitto scommise sulla vittoria dei francesi e dei senesi, ser Giulio sugli spagnoli comandati da Cosimo de’ Medici. Gran parte della comunità assistette alla sfida. Ser Giulio barò perché quattro giorni prima, il 21 aprile Siena si era arresa. Ser Giulio era informato, Bitto era all’oscuro!

Infine, da Porta Patrizia partì, all’inizio della primavera del 1596, Mario Castralupi per andare in pellegrinaggio a S. Giacomo di Compostella e non fece mai ritorno a Montalto.