Sisto V

Sisto V e la famiglia

Sisto V è sempre stato molto legato alla sua famiglia, segnata da illustri rappresentanti ma anche da tragiche vicende.

In particolare Felice mostrò attenzioni speciali verso la sorella maggiore Camilla (1519-1605) definita da Papa Clemente VIII “Donna di alto senno e atta a reggere popoli” a testimonianza di come la forza spirituale e la risolutezza fossero caratteristiche che la accomunavano al più noto fratello. Questi non mancò di mostrarle l’affetto e l’attaccamento fraterno sin dalle nozze con Battista Mignucci di Montalto, per cui aumentò a 100 fiorini la dote stabilita dal padre Piergentile detto Peretto in soli 70. Per lei acquistò la maestosa Villa Montalto, a Roma, dove Camilla si stabilì dopo la nomina di suo fratello a pontefice. Dopo la morte del marito, benché non le mancassero degni pretendenti, non convolò mai a nuove nozze e decise anzi di ritirarsi a vivere in un Convento di Roma dove si spense all’età di 82 anni. Facoltosa e rispettata, dal matrimonio con Francesco Mignucci ebbe due figli, Maria Felice e lo sfortunato Francesco, tragicamente ucciso con tre colpi di archibugio dopo essere stato vittima di un tranello verosimilmente ordito da Paolo Giordano Orsini che si era invaghito della moglie Vittoria Accaramboni. Donna di “folgorante bellezza eugubina” e considerata la dama più vistosa di Europa, di lei Stendhal scrisse “per non adorarla bisognava non averla mai vista”. Purtroppo oltre alle nozze, condivise con il marito anche la triste fine; venne anch’essa uccisa nel 1585 senza lasciare eredi.

Altro illustre esponente della Famiglia Peretti fu Alessandro. Figlio di Maria Felice, nipote di Sisto V. Nacque a Roma nel 1570 e detenne per anni il primato di porporato italiano più giovane; fu infatti creato Cardinale dal famoso prozio a soli 15 anni. Di natura austera e marziale ma di animo nobile e generoso, si stima che nei 38 anni del suo cardinalato spese circa un milione e mezzo di scudi tra opere di beneficenza e patrocinio di artisti e letterati, e considerevoli somme le destinò anche al finanziamento dell’edificazione della Cattedrale di Montalto. Grande mecenate e collezionista, sensibile verso tutte le arti, ma dal carattere taciturno e solitario, a detta di Bentivoglio, la vita ritirata che conduceva era ricollegabile “..all’uso che egli aveva pigliato di convertire quasi interamente il giorno in notte e la notte in giorno…”; il che rendeva particolarmente difficile trattare con lui.

Singolare anche la vicenda del pronipote di Sisto, Francesco; questo dovendo scegliere una sposa per portare avanti la casa, scelse la principessa Cesi (Anna Maria), dama di incomparabile grazia ed avvenenza di cui divenne appassionato amante. Il padre acconsentì alle nozze ma appena la vide ne restò talmente invaghito che volle ad ogni costo sposarla lui stesso. Il figlio, soppiantato dal genitore, se ne andò dalla casa paterna e per non sentir più parlare di matrimonio si iniziò agli ordini sacri e divenne Cardinale.