Cattedrale di Santa Maria Assunta

Felice Peretti di Montalto, divenuto Papa nell’aprile 1585 col nome di Sisto V, nel novembre 1586 eleva a Diocesi la Città di Montalto e dichiara Cattedrale la Collegiata di S. Maria intus Civitatem.

Per costruire la nuova Cattedrale Sisto V fece addirittura spianare un colle e, per riempirne le fondamenta, si servirà delle pietre vive cavate dal monte.

Il 29 maggio 1589 viene piantata una croce sul luogo in cui sorgerà l’Altare Maggiore. La Cattedrale sorgerà proprio nel punto ideale di saldatura tra il vecchio borgo e la nuova Città progettata dall’architetto Girolamo Rainaldi coadiuvato dal maceratese Pompeo Floriani, quale massima espressione del centro pastorale della Diocesi, monumento e simbolo per un vasto territorio che dai Monti Sibillini va verso la costa adriatica. La posa della prima pietra è del 30 maggio 1589, festa di S. Felice e giorno onomastico di Sisto V, e alla morte del Papa, la sera del 27 agosto 1590, la costruzione aveva già raggiunto il livello della piazza con il completamento delle volte.

Poi i lavori procederanno a stento e sarà determinante il contributo del modenese Girolamo Codebò quinto Vescovo di Montalto. Notevoli apporti alla prosecuzione dei lavori verranno dagli altri Prelati della Diocesi, fino a quando Eleonoro Aronne, Vescovo dal 1847 al 1887, affida il progetto della cupola, torre e portico all’architetto Luigi Poletti di Modena, noto per aver curato la riedificazione della Basilica di S. Paolo fuori le mura a Roma.

 

Con una superficie di quasi 1800 mq, la Cattedrale si apre sulle quattro vie che oggi vi concorrono. Il portico, progettato dall’architetto Luigi Poletti di Modena e completato sul finire del XIX sec., spezzerà in parte l’originaria prospettiva scenica. Dovendo edificare il tempio partendo da un sito a ripido pendio, viene progettata la chiesa inferiore a croce greca, sostegno di quella superiore a croce latina. La torre ospita un concerto di sei campane: la più antica, del 1263, proveniente dal Convento di San Francesco delle fratte,  la più grande, il cosiddetto ‘campanone’, del peso di circa 10 quintali, proviene dalla antica cattedrale S. Maria ad collem.

La decorazione interna è opera di Luigi Fontana di Montesampietrangeli, pittore, scultore, architetto, accademico di S. Luca e acuto osservatore dei grandi maestri del ‘500 italiano. A buona parte della spesa provvide il Card. Carlo Sacconi. Questi, già Nunzio Apostolico a Parigi dal 1853, arricchì la Cattedrale di alcuni pregevoli vasi sacri in argento dorato, dono di Napoleone III. Dedicata all’Assunta, tutto il contenuto pittorico mira alla celebrazione della Vergine; l’intero Cantico del Magnificat è riportato lungo la base delle volte. Nel tamburo della cupola quattro scene bibliche tratte dall’Antico Testamento e nei pennacchi i quattro Profeti maggiori: Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele. Nella volta della navata centrale, tra gli stemmi del Card. Carlo Sacconi, del Vescovo Aronne e il leone dello stemma sistino a ricordo del Fondatore, sono rappresentate le scene dell’Annunciazione, l’Immacolata Concezione e la Visita a S. Elisabetta. Nelle lunette ai lati dell’Altare Maggiore, a sinistra S. Luca evangelista con il bue, l’animale dei sacrifici che allude alla  Passione di Cristo e, secondo la tradizione, l’immagine da lui dipinta della Vergine Maria col Bambino; a destra S. Giovanni che uscì incolume dal calderone di olio bollente durante la persecuzione di Domiziano, con l’aquila che vola più in alto rispetto agli altri uccelli, così come l’Evangelista si distingue teologicamente e misticamente, a simboleggiare l’Ascensione del Signore. Situati tra i due pilastri antistanti l’attuale Cappella della Sacra Famiglia, erano gli stalli dei magistrati, riservati ai componenti della Civica Magistratura quando, in forma ufficiale e solenne, assistevano alla sacra liturgia. Alla Magistratura spettavano onori e distinzioni particolari, regolate da apposito cerimoniale. Nel braccio sinistro del transetto la Cappella di S. Vito martire, Protettore di Montalto dal 26 agosto 1646; in quello destro la cappella del SS.mo Sacramento con un pregevole dipinto  raffigurante l’Ultima Cena. Nella chiesa inferiore, è poi possibile ammirare un artistico Presepe permanente, la riproduzione della Grotta di Lourdes e il plastico gruppo in gesso della Deposizione di Cristo dell’artista ascolano Giorgio Paci, nel luogo che Sisto aveva individuato per trasferirvi il Santo Sepolcro di Gerusalemme.